Il colpo di grazia, tuttavia, era arrivato dalla scoperta della propria presunta morte, un fatto che aveva abbattuto qualsiasi parvenza di sicurezza avesse mai provato. Per dieci anni aveva sperato e sognato che qualcuno andasse a liberarla. Per dieci anni si era chiesta come e quando sarebbe riuscita a fuggire e tornare a casa. Ma loro lavevano creduta morta. Nessuno aveva mai indagato. Matthew Ryan, il suo amico dinfanzia, non laveva mai cercata.
Matt, proprio lui che adesso le stava di fronte, praticamente un estraneo, un uomo che oggi avrebbe quasi temuto se tempo addietro non lo avesse conosciuto così bene.
«Vi spiacerebbe spiegarmi come diamine fareste a essere Molly Hart?» La sua voce era carica di disprezzo.
«Fui rapita dagli uomini che assalirono il ranch quella sera.»
«Comanche?»
Lei scosse la testa. «No. Loro ci attaccarono molto dopo, quando cavalcavamo già da un po. Parecchi uomini rimasero uccisi, e quasi tutti furono scotennati. Fu allora che gli indiani mi presero.»
Un lampo illuminò la stanza e il telaio rotto di un letto ancora lì nellangolo. Quello di Emma, sua sorella minore. Questa era stata la loro camera.
«E come lo spiegate, il corpo che abbiamo trovato? E la croce doro?»
«A un certo punto del tragitto con i Comanche, fummo raggiunti da unaltra banda. Con loro cerano diversi prigionieri bianchi. Una aveva più o meno la mia età.» Fece una pausa, quindi riprese in tono sommesso: «Urlava e piangeva e i Comanche erano impazienti. Uno di loro le scoccò una freccia, inchiodandola a un albero. Gli altri sembrarono arrabbiarsi, ma ormai era troppo tardi. Era già morta, e la bruciarono. Io stessa mi sforzavo di non urlare, così mi limitai a gettare la croce ai suoi piedi non cera altro che potessi fare per lei.»
Deglutendo a fatica, Molly ricordò il terrore con cui aveva convissuto in quei primi giorni. Quante volte ai margini della mente si era profilato il pensiero che anche la sua orrenda fine fosse ormai prossima?
Matt sembrava sotto pressione, i lineamenti turbati dallincertezza.
«Se quanto sostenete è vero» disse senza alcun entusiasmo «allora dove siete stata in questi dieci anni? Non era raro che i Comanche cedessero prigionieri allesercito in cambio di merci. Io per primo mi sono occupato di quegli scambi parecchie volte.»
«Davvero?» Era stato così vicino durante la sua prigionia? Avrebbe forse avuto maniera di aiutarla? «Eravate nellesercito?»
«Per un certo periodo.»
«Non ricordo di aver avuto molti contatti con altri bianchi. Non mi trattavano da prigioniera. Fui adottata dalla famiglia di un comanche chiamato Corre Coi Bisonti che mi allevò con le sue due figlie.»
«Come siete fuggita?»
«Rimasi con loro per otto inverni prima che mi abbandonassero con un trafficante nel Nuovo Messico.»
«E con quale tribù eravate?»
«Quahadi» rispose lei.
«Mmm, vivevano in regioni piuttosto remote. Non ho mai avuto rapporti diretti con loro.»
Dunque non era stato così vicino a lei come aveva inizialmente pensato.
«Perché vi hanno barattata dopo otto anni?»
«Ci fu della confusione circa una proposta di matrimonio per me. La figlia maggiore di Corre Coi Bisonti si adirò e lui, in un gesto di buona volontà, scelse di restituirmi alla mia gente.»
«Buona volontà un corno» inveì Matt. «Vi ha tenuta in ostaggio per otto anni.»
«Allora, mi credete?»
Le sue parole rimasero sospese nellaria, prive di risposta. La pioggia infieriva sul tetto, il tuono ruggiva in lontananza e loscurità lavvolgeva come una vecchia amica. Quante volte si era stretta alle sorelle comanche sotto il lembo di un tepee mentre una tempesta improvvisa sorprendeva la tribù?
«Perché non vi siete fatta viva due anni fa?» Matt sembrava ancora dubbioso.
«Il trafficante mi picchiava» rispose lei con voce dun tratto roca. «Un vecchio minatore di nome Elijah simpietosì, mi comprò e mi portò nel profondo Messico.»
Un lampo illuminò Matt. Fletteva la mascella e teneva le mani sui fianchi con atteggiamento indifferente, ma il suo umore diceva ben altro. Non ricordava di averlo mai visto così.
«Chi era il trafficante?»
«Un comanchero chiamato Jose Torres.»
Matt imprecò a denti stretti.
«Lo conoscete?» chiese lei, sorpresa.
«Già. È un ignobile pezzo di» sinterruppe e inspirò a fondo. «Molti prigionieri, purtroppo, sono passati per le sue mani.»
«Quando Elijah è morto, qualche mese fa, non ho avuto altra scelta se non cercare la via del ritorno» aggiunse. «Non lo avevo fatto prima perché non avevo idea di dove mi trovassi.»
«Ci avete messo due mesi a tornare nel Texas?»
«Mi sono fermata per qualche settimana appena fuori Albuquerque per aiutare unamica. Mi ha accompagnata qui.»
«E dovè, adesso?»
«Cincontreremo domani. Si chiama Claire Waters. Quando lho trovata era ridotta molto male.» A dire il vero, Molly si era meravigliata che fosse ancora viva, coperta di lividi e sangue comera, giacente sul letto di uno delle migliaia di arroyos ai piedi delle Sandia Mountains.
Dun tratto si sentì stanca. Gli eventi della giornata, e delle ultime settimane, cominciavano ad avere la meglio. «Dovremmo accendere un fuoco» disse, andandogli incontro verso la porta. Matt non si mosse. Gli occhi incollati su di lei.
Indugiando al suo fianco, Molly azzardò: «Ricordi la volta in cui trovai un serpente a sonagli nascosto sotto un cespuglio di mesquite?» Teneva lo sguardo dritto davanti a sé. «Ero pronta a colpirlo con la fionda, ma tu mi bloccasti il braccio. Quellestate vegliasti su di me più di chiunque altro avesse mai fatto.»
Sollevò il mento e lo guardò, chiedendosi che cosa gli fosse accaduto in quegli anni. Sembrava aspro, rabbioso e stanco. E zoppicava un po. Era sposato? Aveva una casa piena di figli? Dieci anni prima era stato così benevolo con lei: paziente, indulgente e sorridente di fronte ai suoi teatrini. Sapeva che sarebbe stato un buon padre.
«Ero convinta che non ti avrei mai più rivisto, Matt.» Sulle sue labbra affiorò un sorriso titubante.
Lui si limitò a guardarla e Molly gli passò accanto in tutta fretta, lasciandolo solo a far chiarezza dentro di sé.
Capitolo Tre
In piedi nella stanza buia, con lo scroscio della pioggia tuttintorno, Matt sentiva i propri pensieri rimbalzare nella mente.
Molly. Viva.
No! La donna era semplicemente unabile bugiarda. Forse aveva sentito raccontare la storia degli Hart e aveva deciso di raggirare le persone più vicine alla famiglia. Ma era illogico. Che motivo avrebbe mai potuto avere? Non poteva sapere che proprio oggi lui sarebbe andato al loro ranch abbandonato.
Se si trovava lì era solo perché i due mesi di convalescenza sotto le cure tenaci di sua madre lo avevano reso scontroso e bisognoso di cambiare aria. Per non parlare poi dellirrequietezza del suo animo.
Quattro mesi aveva trascorso come prigioniero di Augusto Cerillo, un bandito messicano noto per le sue torture. Con gli altri Rangers della propria compagnia ne aveva seguito le tracce per due anni, finché non lo aveva avuto quasi in pugno. Quasi. Se il vecchio compagno darmi, Nathan Blackmore, non lo avesse tirato fuori, Matt sarebbe di certo morto nellinferno che Cerillo aveva creato apposta per lui. Il corpo era guarito, a parte la lieve zoppia che il danno alla gamba destra gli aveva causato, ma lo spirito faticava ancora a rimettersi.
Forse era proprio per questo che, dopo dieci anni, si era finalmente deciso a far visita al tumulo di Molly.
E se la donna fosse stata davvero lei?
Matt non riusciva neanche a immaginare le conseguenze. Sfregandosi la guancia ruvida, si accorse che la mano tremava.
Dallattimo in cui Molly Hart era stata dichiarata morta, la sua vita era cambiata. Rabbioso, aveva giurato che in qualche modo lavrebbe vendicata. Si era arruolato nellesercito americano e aveva partecipato alle incessanti campagne di sradicamento dei Comanche dal Texas. Quando i Quahadi lultima nonché la più letale delle tribù comanche si erano finalmente arresi entrando nella riserva nel 75, Matt aveva lasciato lesercito per passare ai Rangers. Il lavoro richiedeva più fegato, la paga era inferiore e le condizioni spesso peggiori, ma rispondeva al suo scopo: eliminare quanti miravano a terrorizzare degli innocenti, ammazzando senza remore uomini, donne e bambini indifesi.