Shinbe aveva il petto nudo, i suoi muscoli erano tesi. Non lo aveva mai visto a torso nudo e rimase meravigliata. Arrossì, sapendo che non avrebbe dovuto pensare quelle cose lui era un suo guardiano e un amico.
Cercando di smaltire la sbornia, Kyoko scosse la testa, ma la cosa non la aiutò. Guardò Shinbe negli occhi, non si era mosso di un centimetro e non le aveva ancora detto cosera successo. Pregò che lo facesse, perché lespressione sul suo volto stava iniziando a farla preoccupare.
Il corpo di Shinbe tremava mentre cercava di non toccare Kyoko. Qualcosa di più potente sembrava istigarlo, esortandolo ad allungare la mano per prendere ciò che voleva di più al mondo. Stava andando tutto così bene, ma poi lei era arrivata e gli era caduta addosso. Shinbe sapeva che i propri occhi dovevano esserle sembrati pieni di dolore, portandola a chiedersi cosa fosse successo.
Cera qualcosa che non andava e lui non riuscì a trattenere ciò che sembrava finire fuori controllo.
«Non ce la faccio più.», la sua voce era rotta per la forza delle sue emozioni. Con quelle parole stava cercando di avvertirla, di dirle di andarsene e tornare dallaltra parte del portale del tempo, dove sarebbe stata al sicuro. E di non tornare indietro finché lui non sarebbe riuscito a riprendere il controllo, continuando a nascondere il proprio segreto. Tutti i suoi sensi cercavano di avvertirlo del pericolo, ma la sua mente non riusciva a controllare quel desiderio così intenso.
Kyoko rimase sorpresa per quelle parole così sofferenti, e si rattristò. Tutti lo ritenevano il più equilibrato del gruppo, il collante che lo teneva unito. Persino lei adorava percepire la sua calma, il suo umorismo e la sua preoccupazione quando erano vicini. Ma adesso era lesatto contrario, era lui quello che aveva bisogno di conforto.
Doveva essere colpa della lotta contro i demoni di Hyakuhei e della maledizione. La sua maledizione il vuoto dimensionale che lo avrebbe portato a una morte prematura. Il potere supremo che Hyakuhei gli aveva dato, sapendo che un giorno lo avrebbe distrutto. Kyoko non laveva dimenticato, cercava soltanto di non pensarci, ma sapeva che cosa sarebbe successo se non avessero fermato Hyakuhei.
Si sporse verso di lui, cercando di farlo calmare. «Va tutto bene, Shinbe. Sono qui.». Nellistante in cui Kyoko gli accarezzò il viso, lui si rianimò.
La sua mente smise di lavorare e il suo controllo andò in fumo. La afferrò per le spalle e rotolò finché non fu sopra di lei. Sotto di sé aveva tutto quello che aveva sempre desiderato Kyoko. Senza pensare, si fiondò sulle sue labbra in modo possessivo, scacciando ogni altra cosa dalla mente. Aveva tenuto a freno quei sentimenti troppo a lungo.
Shinbe, prima, aveva già capito che stava per perdere il controllo. Da qualche parte nel profondo della sua mente, sinsinuò il dubbio che lei odorasse di alcol. Si scostò appena e la guardò, cercando di capire se fosse vero. Osservò il suo viso, i suoi occhi e le sue guance rosse, e si chiese con chi si fosse ubriacata.
Kyoko sapeva che non stava accadendo davvero, non stava fissando gli occhi color ametista del bellissimo Shinbe. E lui non la stava fissando come se la desiderasse. Cercò di ragionare e concluse che, probabilmente, era sdraiata sullerba con la testa ancora appoggiata alla statua della fanciulla. E, da qualche parte in quel sogno, poteva persino sentire Hyakuhei che rideva di lei.
Avrebbe giurato di essersi addormentata ai piedi della statua. Probabilmente stava sognando e la sua mente ubriaca aveva scelto Shinbe invece di Toya.
Kyoko scosse la testa, sentendosi stordita, e sospirò: «Che sogni assurdi.», continuando a fissare gli occhi ardenti di Shinbe. Le labbra le solleticavano ancora per limpeto di quel bacio.
Shinbe si chinò per baciarla di nuovo, aveva sentito abbastanza. Kyoko pensava che stesse sognando e lui sperava solo che avesse ragione. Ma, in ogni caso, non era in grado di fermarsi e non ci sarebbe riuscito neanche provando. Le leccò le labbra e lei le schiuse con un lieve gemito che lo fece eccitare ancora di più.
Shinbe iniziò a sudare nel tentativo di trattenersi mentre il suo sangue di guardiano affiorava in superficie. Non aveva alcuna fretta e approfondì il bacio, infondendo in lei tutto il suo calore. Aveva sempre desiderato baciarla così, da una vita.
I muscoli delle sue braccia erano tesi mentre si reggeva sopra di lei, torturando le sue labbra. Le sue mani erano impazienti mentre iniziava a toglierle i vestiti. Nel giro di pochi istanti, Kyoko era stesa sotto di lui, completamente nuda. Non aveva opposto alcuna resistenza mentre lui la spogliava. Perché avrebbe dovuto? Era un sogno no?
Shinbe trattenne il respiro mentre la guardava, lei era la sua sacerdotessa il suo segreto il suo amore. Strofinò il proprio corpo sul suo, amava la sensazione di quella pelle setosa che intensificava il suo dolore e il suo desiderio di fare lamore con lei.
Devessere per forza un sogno. pensò, cercando di autoconvincersi.
Abbassò la testa e le strofinò il naso sul collo, baciando e leccando la pelle per assaporarla. Le dimostrò quanto la amava mentre scendeva più in basso. Quella sarebbe stata lunica volta in cui avrebbe visto e assaporato tutto di lei. Unondata di calore lo travolse quando lei sinarcò e gemette nel momento in cui lui le prese un seno in bocca, leccandolo e accendendo il suo corpo.
Si sentì ancora più soddisfatto quando Kyoko iniziò a contorcersi mentre la baciava fino allombelico. I suoi muscoli guizzarono quando lei lo strinse, cercando di farlo avvicinare. Shinbe si sentiva quasi in paradiso, circondato dalla sua essenza. Risalì lentamente e si mise sopra di lei.
Sinsinuò tra le sue gambe e sussultò quando il calore della sua apertura avvolse la pulsante estremità del proprio membro rigonfio. Voleva che lei lo guardasse mentre la penetrava, anche se era un sogno.
«Apri gli occhi.» le sussurrò. La sua voce era ipnotica, pura seduzione e, non appena Kyoko aprì quegli incredibili occhi color smeraldo, Shinbe si spinse in lei, affondando rapidamente nel suo calore per risparmiarle il dolore della sua prima volta. Gli sfuggì un gemito angoscioso quando sentì il suo legame di sangue spezzarsi.
La sua umidità lo risucchiò con forza, attirandolo ancora di più. Se non fosse stato per il suo autocontrollo, in quel momento Shinbe sarebbe esploso. Strinse i denti nel tentativo di restare fermo, respirando a fatica mentre la guardava girare la testa a destra e a sinistra, con la bocca aperta come per gridare. Si fiondò subito sulle sue labbra prima che quel grido potesse sfuggire.
Quando lei si calmò, si scostò. Le diede una spinta lenta ma forte e profonda, e fu ricompensato quando lei sollevò i fianchi mentre la sua passione si accendeva. Assaporò i suoi gemiti di estasi, sapendo che sarebbero diventati un ricordo a lui molto caro. Sopraffatto dalla sensazione di essere avvolto da lei, si lasciò andare. Voleva possederla con tutto se stesso, senza trattenersi.
Intrecciando le dita tra le sue, le bloccò le mani sopra la testa, sulla morbida coperta. Poi si raddrizzò per ammirare la sua espressione passionale mentre intraprendeva un ritmo che li portò subito oltre il limite. Le spinte profonde e rapide si trasformarono in spinte forti e lente prima di fermarsi dentro di lei, per poi ritrarsi rapidamente e penetrarla di nuovo con forza.
Shinbe la sentì raggiungere lorgasmo molte volte, con gli spasmi che le scuotevano il corpo e che lo risucchiavano ancora di più. Il corpo di Shinbe brillava al chiaro di luna per il sudore causato dal tentativo di resistere. Si sentiva morire e alla fine cedette, sapendo che lei aveva quasi raggiunto di nuovo il limite e continuando a spingere con forza.