Морган Райс - Risorta стр 2.

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Caitlin ripensò alla notte precedente, ai suoi pensieri della mezzanotte, al suo desiderare che il suo mondo, la sua vita non fossero semplicemente normali. Ora ne era pentita. Avrebbe dato qualunque cosa pur di tornare di nuovo alla normalità.

Era stato tutto un vortice di eventi, sin da quando era tornata a casa, dopo il triste incontro con Aiden. Quando Scarlet si era precipitata fuori casa, Caitlin le era corsa dietro, lungo le strade secondarie della cittadina. Caleb si era ripreso subito dal colpo subito e si era unito a lei nell'inseguimento; avevano corso attraverso tutta la loro piccola cittadina, come matti, provando a recuperare la figlia.

Ma era stato inutile. Presto erano rimasti entrambi a corto di fiato e Scarlet era scomparsa completamente alla loro vista. La ragazza aveva corso ad una velocità impressionante, era saltata ad oltre due metri di altezza con un singolo balzo, senza neanche rallentare. Caleb ne era rimasto stupito, ma Caitlin no: sapeva che cos'era Scarlet. Aveva compreso fin da subito, anche quando si era gettata all'inseguimento, che sarebbe stato uno sforzo futile, che Scarlet poteva correre velocissima e fare balzi ad altezze impensabili, e che, nell'arco di pochi istanti, l'avrebbero completamente persa di vista.

Così fu. A quel punto erano tornati a casa di corsa, erano saliti in auto ed avevano iniziato a girare per le strade, impegnati in una frenetica ricerca. Ma, anche in quel momento, Caitlin sapeva; anche se Caleb non rispettava i segnali di stop, svoltava bruscamente ad ogni incrocio, non potevano farcela. Non l'avrebbero raggiunta. Scarlet, la madre lo sapeva, era molto lontana oramai.

Dopo ore, finalmente, Caitlin ne aveva avuto abbastanza ed aveva insistito affinché tornassero a casa e chiamassero la polizia.

Erano trascorse diverse ore - era quasi mezzanotte - ed erano ancor lì; Scarlet non era tornata e la polizia non era stata in grado di trovarla. Fortunatamente la loro era una piccola città, in cui non accadeva mai nulla di particolare; la polizia aveva inviato immediatamente delle pattuglie a cercare la ragazza e stavano ancora proseguendo la ricerca. Il resto della squadra - tre agenti seduti dall'altra parte della stanza, oltre ai tre intorno a lei — erano rimasti lì ed avevano continuato a farle una domanda dopo l'altra.

“Caitlin?”

Caitlin si riscosse. Si voltò e vide il volto dell'agente seduto sul divano di fronte a lei. Ed Hardy. Era un buon uomo, aveva una figlia dell'età di Scarlet e frequentava la stessa classe. Lui la guardò con compassione e preoccupazione. Lei sapeva che l'uomo percepiva il suo dolore in quanto genitore, e che avrebbe fatto del suo meglio.

“So che è difficile,” lui disse. “Ma abbiamo soltanto poche domande ancora. Abbiamo davvero bisogno di sapere tutto se vogliamo trovare Scarlet.”

Caitlin annuì in segno di risposta. Provò a mettere a fuoco.

“Mi dispiace,” lei disse. “Cos'altro ha bisogno di sapere?”

L'agente Hardy si schiarì la voce, spostando lo sguardo tra Caitlin e Caleb, poi tornò di nuovo a guardarla. Sembrava riluttante a procedere con la domanda successiva.

“Odio doverglielo chiedere, ma ci sono state delle discussioni tra lei e sua figlia negli ultimi giorni?”

Caitlin lo guardò, perplessa.

“Discussioni?” lei chiese.

“Disaccordi? Litigi? Una ragione per cui lei volesse andar via?”

Poi Caitlin capì: le stava chiedendo se Scarlet fosse scappata via di casa. L'uomo ancora non comprendeva.

Lei scosse la testa energicamente.

“Non c'è alcun motivo per cui lei debba volersene andare. Non abbiamo mai litigato. Mai. Amiamo Scarlet e lei ci ama. Non è il tipo di ragazza che discute. Non è una ribelle. Non sarebbe mai andata via. Non capisce? Non è affatto di questo che si tratta. Non ha sentito nulla di ciò che le abbiamo detto? E' malata! Ha bisogno di aiuto!”

L'agente Hardy guardò i suoi colleghi, che ricambiarono lo sguardo, scettici.

“Mi dispiace chiedere,” lui proseguì. “Ma deve rendersi conto che riceviamo chiamate del genere ogni giorno. Adolescenti che scappano di casa. Ecco che cosa fanno. Si stufano dei genitori. E, nel 99% dei casi, ritornano. In genere, dopo poche ore. Talvolta dopo un giorno o due. Vanno a casa di un amico. Vogliono soltanto allontanarsi dai loro genitori. E in genere capita dopo una discussione.”

“Non c'è stata alcuna discussione,” Caleb s'intromise bruscamente “Scarlet era davvero felice. Ieri sera abbiamo festeggiato il suo sedicesimo compleanno. Come ha detto Caitlin, non è quel tipo di ragazza.”

“Sembra che lei ancora non stia ascoltando una sola parola di quello che abbiamo detto,” Caitlin aggiunse. “Le ripeto, Scarlet era malata. E' stata mandata a casa prima da scuola. Aveva ... non so che cosa. Convulsioni … forse degli attacchi. E' saltata fuori dal letto ed è corsa fuori casa. Questo non è un caso di fuga. E' una figlia che è malata. Che ha bisogno di assistenza medica.”

L'agente Hardy rivolse un altro sguardo ai colleghi, che continuavano ad apparire scettici.

“Mi spiace, ma quello che ci sta dicendo proprio non ha alcun senso. Se era malata, com'è corsa fuori di casa?”

“Avete detto di averla inseguita,” s'intromise un altro agente, provocatorio. “Come è riuscita a seminarvi entrambi? Specie se era malata?”

Caleb scosse la testa; era perplesso lui stesso.

“Non lo so,” replicò. “Ma è quanto è successo.”

“E' vero. Ogni singola parola è vera,” Caitlin disse dolcemente, con rimorso.

Ebbe la netta sensazione che quegli uomini non avrebbero mai compreso. Ma sapeva perché Scarlet era stata in grado di seminarli. Conosceva la risposta — l'unica che avrebbe spiegato tutto. Ma era la sola risposta che non poteva fornire, la sola a cui quegli uomini non avrebbero mai creduto. Non si trattava di convulsioni; erano le fitte della fame. Scarlet non stava correndo; stava andando a caccia. E questo perché sua figlia era un vampiro.

Caitlin sospirò. Moriva dalla voglia di dirlo a quei poliziotti ma sapeva bene che era una risposta che non sarebbero stati in grado di accettare. Pertanto rimase a guardare fuori dalla finestra, lo sguardo fisso, sperando, pregando che Scarlet tornasse. Che si sentisse meglio. Che non si fosse nutrita. Sperando che la polizia andasse via e la lasciasse in pace. Sapeva che, in ogni modo, quelle persone erano inutili. Chiamarle era stato un errore.

“Odio doverlo dire,” aggiunse il terzo agente, “ma ciò che state descrivendo … vostra figlia che è tornata a casa da scuola, che ha degli attacchi, che ha una scarica di adrenalina, che si precipita fuori dalla porta … Odio dire questo, ma sembra come l'effetto di una droga. Forse cocaina. O metanfetamina. Potrebbe aver preso qualcosa. Magari qualcosa di mal tagliato. E l'adrenalina ha preso il sopravvento.”

“Lei non sa di che cosa sta parlando,” Caleb sbottò contro di lui. “Scarlet non è quel tipo di ragazza. Non ha mai preso droghe in vita sua.”

I tre agenti si guardarono tra loro, scettici.

“So che per voi è difficile da sentire,” disse dolcemente l'agente Hardy, “è difficile per la maggioranza dei genitori. Ma i nostri figli conducono delle vite che non conosciamo mai. Non sapete che cosa lei stia facendo dietro le quinte, con i suoi amici.”

“Ha fatto delle nuove amicizie ultimamente?” chiese un altro agente.

Improvvisamente, il volto di Caleb s'indurì.

“In realtà, ieri sera,” lui disse, con la rabbia che cresceva nella sua voce. “ha portato a casa un nuovo ragazzo. Blake. Sono andati al cinema insieme.”

I tre poliziotti si guardarono tra loro con l'espressione di chi aveva capito tutto.

“Pensate che sia questo?” Caleb chiese. “Credete che questo ragazzo la stia costringendo a fare uso di droghe?” Non appena pose questa domanda, anche Caleb cominciò a sembrare più sicuro di sé, quasi sentisse (o sperasse) di aver trovato una risposta chiara per ogni cosa.

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