Морган Райс - l’Ascesa стр 4.

Шрифт
Фон

I tre alieni arrivarono vicino a loro, e dovevano aver inviato un qualche segnale ad altri, perché due possenti creature con un carapace come armatura apparvero da una torretta dorata, portando con loro quelle che sembravano due grosse cornici di metallo. Le posarono vicino a Kevin e Chloe e le misero in piedi in modo che Kevin poté vedervi all’interno un pannello simile a vetro, che le faceva assomigliare a due grandi finestre autoportanti.

“Tentare di fuggire è stata una sciocchezza,” disse Puro Xan. L’alieno mandò un segnale alle due creature con l’armatura, che si apprestarono a sollevare Chloe da terra. Quando l’ebbero fatta alzare in piedi, lei iniziò a muoversi e dimenarsi, lottando per liberarsi. Loro però la tenevano con facilità, come fosse una leggera piuma.

“Piantatela!” disse Kevin. “Lasciatela stare!”

Non parve fare alcuna differenza per loro. Le creature erano come macchine implacabili e si muovevano con il genere di forza che diceva che avrebbero potuto fare facilmente a pezzi Chloe e Kevin. Presero Chloe e la sollevarono appoggiandola a una delle lastre trasparenti. Poi uno dei Puri premette qualcosa sul proprio braccio. Chloe rimase attaccata al pannello come se l’avessero incollata, sempre lottando e piangendo per la frustrazione, non riuscendo a ottenere alcun risultato.

Poi si avvicinarono per prendere Kevin e le loro grosse mani si strinsero attorno alle sue braccia, sollevandolo e schiacciandolo contro il secondo pannello di vetro, senza concedergli alcuna possibilità di ribellione. Kevin diede loro un calcio, ma il suo piede rimbalzò contro la loro pelle dura come armatura. Poi l’alieno con il dispositivo premette il marchingegno e anche Kevin rimase attaccato al vetro come Chloe.

Però non era come essere incollato a qualcosa. Non c’era nulla di appiccicoso. Era più come stare sdraiati, eccetto per il fatto che non aveva alcuna speranza di potersi alzare in piedi, perché la gravità lo schiacciava giù tenendolo fermo. Era addirittura una posizione comoda se non tentava di lottare, ma Kevin non aveva alcuna speranza di potersene liberare.

“Kevin,” disse Chloe, completamente distrutta mentre stava appesa alla sua cornice.

“Sono qui, Chloe,” le rispose lui. Non cercò di prometterle che sarebbe andato tutto bene. Non gli sembrava una promessa da poter fare in quel momento. “Non vado da nessuna parte.”

Ma pareva che entrambi sarebbero andati da qualche parte, perché gli alieni grossi con le armature sollevarono le cornici e le trasportarono come avrebbero fatto dei muratori con dei pannelli di vetro da andare a montare. Stranamente Kevin non sentiva la sensazione di essere sollevato: il basso sembrava essere sempre la lastra a cui la sua schiena era attaccata.

“Dove ci state portando?” chiese Chloe. “Lasciateci andare!”

“Cerca di stare calma,” disse Kevin, sperando che la paura che lui stesso provava non fosse udibile nella sua voce. Era terrorizzato da ciò che sarebbe potuto succedere a tutti e due, ma aveva paura soprattutto per Chloe. Con tutto il suo odio per le situazioni che la mettevano in trappola, quella era la peggior cosa che potesse capitarle.

Solo che il peggio doveva ancora arrivare, Kevin ne era certo. C’erano ancora un sacco di cose ben peggiori che potevano accadere. Che sarebbero accadute, se non avessero escogitato un modo per venirne fuori.

Li alieni li portarono verso una torretta dorata e passarono attraverso una grande porta che si aprì automaticamente per consentire loro l’accesso. L’interno era tutto ciò che il resto della navicella madre non era: pulito e luminoso, dall’aspetto comodo, come una specie di hotel molto costoso, agli occhi di Kevin, o forse addirittura un palazzo. Non c’era la varietà di diverse angolazioni e direzioni qui: diversamente dal resto della navicella, tutto sembrava avere un’unica direzione in termini di sopra e sotto.

Portarono Kevin e Chloe in una stanza dove si trovavano dei macchinari a forma di cupola, che sembravano per metà costruiti e per metà cresciuti da soli. Una sezione della parete mostrava un’immagine del pianeta Terra, e Kevin non aveva idea se lo avessero fatto solo per dare una certa vivacità ai muri o come ulteriore crudeltà nei loro confronti.

Puro Xan li seguì nella stanza e si portò in mezzo a loro, vicino a uno degli strumenti a forma di cupola. Prese una alla volta delle piccole cose simili a calamari da un’apertura all’interno della cupola: ciascuno non era più grande della punta di un dito dell’alieno. Puro Xan li posò sulla testa di Kevin, dove le piccole cose si attaccarono. Erano calde e viscide allo stesso tempo.

“Cos’è questa roba?” chiese Kevin. “Cosa ci state facendo?”

“Dobbiamo esaminarvi,” rispose Puro Xan. “Vedremo qual è la vostra utilità per l’Alveare. Proverete dolore.”

Lo disse come se non fosse niente, o almeno come se non gli interessasse. Kevin sentì Chloe che si rimetteva a piangere, e avrebbe voluto dire qualcosa, avrebbe voluto confortarla. Poi il dolore lo colpì, e non poté fare altro che urlare.

Era come se delle gelide dita stessero frugando tra i suoi pensieri, raccogliendo delle cose e rimettendole a posto, o forse erano i tentacoli delle cose che gli avevano attaccato alla testa. Cercò di spingerle via, concentrandosi più che poteva, ma non fece alcuna differenza: provò solo più dolore.

Kevin poteva percepire altre presenze ora, decine di menti, centinaia, che si collegavano in una specie di tacita comunione di pensieri, la loro presenza collettiva che premeva addosso a lui esplorando ogni meandro del suo essere. Sentì le proprie grida, e anche quelle di Chloe. Capì che stavano facendo la stessa cosa anche a lei.

Kevin vide poi delle immagini che fluttuavano davanti alla sua mente. Immagini di amici, di familiari, di tutto ciò che gli era successo recentemente. Vide le immagini dei Sopravvissuti, e cercò di pensare a qualcos’altro, qualsiasi cosa in modo che gli alieni non venissero a scoprire della loro esistenza. Ma percepì la loro mancanza di interesse: pareva non fare alcuna differenza per loro.

Iniziò a vedere altre cose, visioni che lampeggiavano qua e là, anche se la verità era che non riusciva a capire se fossero vere visioni o qualcosa che scorreva lungo il collegamento che aveva con il gruppo dell’Alveare. Le immagini gli riempivano la mente scatenando il dolore, acuito dalla sensazione di essere bloccato sul posto insieme alla paura di ciò che stava accadendo a Chloe.

Vide un pianeta che fluttuava nello spazio, grande e spento. Delle lune vi ruotavano attorno, ma mentre lo guardava, Kevin si rese conto che non erano lune naturali, ma altre navicelle madri. Ne vide una staccarsi dalla sua orbita, scattando a una velocità che pareva impossibile per una cosa di quelle dimensioni.

Sentì il proprio stato di coscienza che veniva spinto verso la superficie del pianeta, e quando lo raggiunse vide che la superficie era deteriorata e in rovina, inquinata e inospitale. C’erano comunque delle città, piene di figure ingobbite che assomigliavano ai Puri, ma deformi e modificate, le loro membra contorte per essere vissute in un ambiente così devastato. Kevin faceva fatica a credere che qualcuno volesse vivere in un posto come quello, ma tramite la connessione con l’Alveare capì che quelle figure non avevano altra scelta. Erano coloro che non erano stati scelti per la navicella madre.

Vide anche delle altre cose. Vide campi pieni di creature rubate da altri mondi. Vide fabbriche di creature dove queste venivano esaminate e rimodellate, torturate in ogni modo immaginabile, con elettricità e fuoco, e non solo. Vide creature sezionate da vive, o costrette ad accoppiarsi con altre in combinazioni che producevano mostri. Nel mezzo della desolazione del pianeta in rovina, vide delle piccole cupole verdi, come perfette isole nell’orrore di tutto il resto. Kevin non fu sorpreso di vedere delle torri dorate al centro di ciascuna.

Ваша оценка очень важна

0
Шрифт
Фон

Помогите Вашим друзьям узнать о библиотеке

Скачать книгу

Если нет возможности читать онлайн, скачайте книгу файлом для электронной книжки и читайте офлайн.

fb2.zip txt txt.zip rtf.zip a4.pdf a6.pdf mobi.prc epub ios.epub fb3

Популярные книги автора