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R.F. Kristi
Il Mistero della Serendipità
IL MISTERO DELLA
SERENDIPITÀ
DIARIO DI UN GATTO SNOOPY
R.F. KRISTI
Illustrazioni di Jorge Valle
Tradotto da Marisa Greco
L’albero Genealogico della mia famiglia
Inca e Company
La mia Agenzia Investigativa
Sono un super Gatto detective. La mia agenzia investigativa si chiama Inca & Company. Già altre volte, con tutta la mia squadra, sono stata coinvolta nella soluzione di misteri. Siamo famosi a Londra, in Inghilterra e adesso anche in Francia.4
ESSO CHE AVETE DATO UNA SBIRCIATINA ALLA MIA FAMIGLIA* E ALLA MIA SQUADRA DI DETECTIVE – TUFFIAMOCI NELLA MIA ECCITANTE STORIA!!
*Amici, se volete saperne di più su di me e la mia famiglia andate sul retro del libro
(Firmato) La Regina delle gattine
Inca, Il Siberiano Gatto Detective
10 Giugno
Domenica, Mattina
Mi stavo stiracchiando al tiepido sole mentre affondavo le zampe nella soffice sabbia dorata.
La mamma aveva deciso di trascorrere le vacanze su una piccola isola dorata nell’Oceano Indiano, tra l’India e il Sud-Est Asiatico.
Mi leccavo le labbra dalla felicità!
A casa era tutto così freddo e triste, invece qui stavamo in una casetta sulla spiaggia, in un villaggio sul mare chiamato Galle, su un’isola molto soleggiata dello Sri Lanka, in passato conosciuta con il nome di Ceylon. Il volo da Londra era stato molto lungo e, nonostante ciò, eravamo molto felici di trovarci su questa isola molto carina, lontani dal clima piovoso e cupo di casa.
La nostra casetta prevedeva pure una spiaggia privata, tutta per noi –
Evvivaa!
I miei familiari pelosetti sono molto amanti di stare al sole e tutti noi ci comportavamo come boccioli che si schiudevano al calore della luce del sole.
Mangiavamo tanto, litigavamo di più, facevamo tante fusa e bevevamo tantissima acqua.
Era la prima volta che ci trovavamo su una spiaggia così meravigliosa. Di mattina ci svegliammo innanzi a quella meravigliosa sabbia dorata e al brillante oceano blu con le sue bianche onde spumeggianti.
Subito dopo colazione, ci precipitammo verso il giardino, lungo il sentiero che ci portava alla soffice spiaggia dorata – quella privata, tutta nostra.
La sera prima eravamo arrivati molto stanchi e con i nervi a fior di pelle a causa di quel lungo viaggio in aereo.
Noi micetti, di solito, odiamo viaggiare. Ma da quel momento in poi, visto che eravamo dei giramondo, ci cominciammo ad abituare.
E, ben presto, dopo un po` di riposo, il faticoso e snervante viaggio fu dimenticato e cominciammo a goderci le bellezze del luogo, la casetta molto carina e la spiaggia stupenda.
La mamma si prendeva il sole sulla spiaggia accanto a noi e, mentre mio fratello Fromage si leccava un cono gelato con una espressione di beatitudine sul suo volto, Charlotte, la nostra piccola amica criceta dormicchiava coccolandosi sul suo collo.
A Londra, la mamma gestiva una famosa formaggerìa francese, nella zona di Kensington. Inoltre, era anche proprietaria di una simile bottega di formaggi a Parigi, la sua città di origine.
Cara, la mia sorellina Siamese, sempre tutta perfettina, stava seduta sotto l’ombrellone e osservava Fromage con una espressione di disappunto.
Infatti, Fromage, come è solito fare per sua natura, aveva fatto cadere il gelato per terra e adesso se lo stava leccando, sabbia compresa.
Lasciai perdere Fromage a Cara non appena fiutai l’arrivo di una imminente lite e sospirai di felicità, ammirando quelle infinite spiagge dorate.
La Mamma aveva organizzato di trascorrere i primi giorni nella casetta sulla spiaggia e poi avremmo preso il treno che portava alle piantagioni di tè e avremmo visitato pure le antiche rovine.
La Mamma ci aveva spiegato che il viaggio in treno sarebbe stato divertente e che lo Sri Lanka vanta 2000 anni di cultura e ben otto siti patrimoni dell’UNESCO, tutti contenuti in questa isola minuscola.
La Mamma ci aveva pure raccontato che in questa piccola isola ci sono templi meravigliosi e grotte con graffiti di molti secoli fa e che non vedeva l’ora di visitare tutto questo con noi.
Io, in realtà, non vedevo l’ora di incontrare tanti elefanti che, immaginavo, vivessero su questa meravigliosa isola.
Non avevo mai visto un elefante dal vivo prima d’ora.
Ma il nostro amico Terrance li aveva visti e ci aveva raccontato che erano enormi e molto diversi da noi e che erano mammiferi molto intelligenti.
La Mamma ci aveva detto che una mamma-elefante e il suo piccolo vivevano nella zona vicino alla nostra casetta. Avevamo già visto una foto di una mamma-elefante e dei suoi due piccoli e, dunque, ero molto impaziente di incontrare questi enormi animali.
Domenica Pomeriggio
Quel pomeriggio, il cuoco della casetta si apprestava a cucinare un intero pesce delizioso.
Nel frattempo, la mamma era andata a controllare la sua posta elettronica.
Il sole era ancora caldo e, quindi, decidemmo di ritirarci all’ombra, sul patio. I fiori profumati brillavano al sole.
Annusai deliziato.
Fromage era sdraiato. Si sistemò gli occhiali da sole sul naso e, miagolando, disse:
” Questa è vita, Inca. Vorrei rimanere qui per sempre!”
Ero assolutamente d’accordo. Era una vacanza meravigliosa, specialmente se pensavo al clima freddo di casa.
Però mi mancavano gli amici, Terrance, Monk e Polo, e tutti gli altri della mia squadra investigativa, Inca & Company.
Mi chiedevo cosa stessero facendo mentre io mi rilassavo sulla spiaggia.
Non mi piaceva il fatto che non fossero lì con noi. Avrebbero apprezzato tanto quelle spiagge dorate e la sabbia così soffice.
Da quando eravamo in vacanza e faceva tanto caldo, la mamma ci permetteva di mangiare i coni-gelato.
Gnam Gnam!
11 Giugno
Lunedì, mattina
Mamma leggeva il giornale locale mentre noi facevamo colazione.
“Che vergogna”, disse.
Una preziosa e antica spada (intendo tanto ma tanto vecchia) è stata rubata dal Museo principale della città di Colombo.
“Avevo programmato di andarla a vedere durante la visita al Museo”
Alzai gli occhi con interesse.
Da quando avevo costituito la mia agenzia investigativa ero interessata a qualsiasi tipo di crimine.
La misteriosa scomparsa o il furto di una vecchia spada era proprio il mio genere.
La mamma si accigliò non appena il suo telefono cominciò a suonare come un moscerino arrabbiato.
Si allontanò da noi per rispondere al telefono e ne approfittai per chiedere al resto del gruppo cosa volessero fare quella mattina.
Risposero all’unanimità.
Tutti volevano tornare sulla spiaggia per giocare e vedere di nuovo le enormi tartarughe di mare del giorno prima.
Le tartarughe arrivarono verso le 10 del mattino, proprio come il giorno prima, per sdraiarsi sulle alghe vicino alla casetta.
Si muovevano tutte intorno molto ma molto lentamente ed erano pure molto chiacchierone.
Si dilettavano a trascorrere molte ore galleggiando sulla superficie dell’oceano, apparentemente dormivano oppure si crogiolavano al sole. Molto spesso gli uccelli di mare si poggiavano sul loro dorso.
Dopo che mangiarono, trascorsero un po’ di tempo riposandosi o dormendo incastrate tra i coralli o le rocce.
Tutto ciò era molto interessante da osservare.
Attaccai a parlare con una delle più piccole che si chiamava Rani.
Mi aveva paragonato ad una sirenetta e mi chiese se volessi indossare le pinne e fare una nuotata con lei.
Mi misi a ridere e le dissi che non ero una sirenetta ma un gattino di razza Siberiana.
Poi mi raccontò un po' di lei e della sua famiglia. Alcuni di loro erano vecchi, avevano quasi cent’anni.