Scettica a Salem - Грейс Фиона страница 5.

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“A capo del team c’era il dottor Tim Bagley,” disse Pinchot.

“Beh, alzati e fai un inchino, Bagley,” disse Miles Cameron.

Gli scienziati nella stanza iniziarono a battere le mani senza molto trasporto. Bagley si alzò a fatica dalla sua sedia, tirando giù la camicia per coprirsi la pancia.

Mia non poteva credere ai suoi occhi. Tim Bagley, l’uomo che faceva fatica a orientarsi all’interno di un laboratorio, si stava accaparrando tutto il merito?

“Ehm, grazie,” disse Bagley, guardandosi attorno nervosamente.

“Come funziona Phoxy esattamente?” chiese Cameron.

“Beh, ecco, ehm… è piuttosto complicato.”

“Non sono diventato ricco perché sono stupido, dottore. Mettimi alla prova.”

Bagley guardò Mia con la disperazione negli occhi. Era evidentemente perso.

“Io, ehm, signorina Bold, può passarmi quel resoconto?”

Mia doveva ammettere che provava una certa soddisfazione nel guardare Bagley così a disagio. Il sudore gli imperlava la fronte e gli occhiali gli stavano scivolando sul naso. Mia gli porse l’iPad, ma lui non fece che fissare i suoi appunti come un uomo al patibolo.

“Ebbene?” chiese Cameron.

“Ehm, uhm, sembra che abbiamo programmato un piccolo inibitore molecolare,” disse Bagley, quasi strozzandosi.

“Sì? Come abbiamo fatto?”

Mia non vedeva l’ora di sentire la risposta di Bagley, dato che ogni volta che tentava di spiegargli delle parti di progetto, lui era troppo occupato a giocare a Dragon Age o a Minecraft sul suo computer, per poterla ascoltare.

“Uhm, bene, direi che ci siamo palleggiati un sacco di idee…” Fece un respiro profondo e tremante. “E poi, ehm, abbiamo pensato a come regolare l’insulina, e…”

Mia conosceva quel tono.  Bagley stava tentando di arrampicarsi sugli specchi per salvarsi. Cameron annuì, come se Bagley stesse effettivamente dicendo qualcosa. Gli ultimi due anni di straordinari le scorsero in un lampo davanti agli occhi. Pensava davvero di cavarsela così? Non poteva veramente più sopportarlo.

D’impulso, Mia si alzò in piedi. Tutti si voltarono a guardarla. C’era un tale silenzio nella stanza, che si poteva sentire il minimo rumore. Mia si schiarì la gola e Nigel sprofondò nella sua sedia, percependo ciò che stava per succedere.

“Phoxy mira alla proteina tirosina fosfatasi PTP1B, nello specifico a un enzima,” disse Mia con voce chiara.

La videocamera ruotò verso di lei.

“… chi è questa?”

“Mia Bold, signore. Sono un tecnico di laboratorio nel team del NJ-101, 422.”

“Lei è quella che l’ha chiamata Phoxy?” chiese l’uomo sorridendo.

“Quello è solo un soprannome, un’abbreviazione di come viene definito il tipo di enzima fosfatasi che abbiamo inibito,” gli rispose, improvvisamente imbarazzata. In realtà non si era aspettata che quell’appellativo rimanesse.

“Ah sì? Beh, il nome mi piace un sacco. Breve, conciso, e facile da ricordare. Lei è un genio del branding. Questa sostanza prende la gente ordinaria e la trasforma in gente magra e… foxy. Sensuale. Lei ha davvero spostato l’ago della bilancia nel verso giusto per l’azienda. In tutti i sensi!” Poi fece un cenno al suo tecnico informatico. “Ora rimettimi in comunicazione con Bagley.”

La videocamera ruotò nuovamente su Tim Bagley, il volto ormai madido di sudore. Sembrava sul punto di svenire.

“Signore?” disse, tirandosi la camicia.

“Lei ha guidato la squadra. Si merita un premio! La faccio volare alle Hawaii, dottore!” disse Cameron. Fece avvicinare una delle ragazze. “Vedi quel tizio? Quello è lo scienziato che ha creato Phoxy! Gli organizzeremo una festa.”

“Oh, è carino, Cammy,” disse lei con tono civettuolo, chinandosi verso l’obbiettivo e mostrando un enorme decolté. “Qui fa caldo, dottore, ti piacerà un sacco!”

Tim Bagley rimase immobile davanti alla luce abbagliante dello schermo come un topo ipnotizzato da un serpente.

“Mi scusi, signor Cameron?” disse Mia. “Non è un po’ presto per festeggiare? La seconda fase della prova richiederà anni.”

“Può ripetermi il suo nome?”

“Mia Bold.”

“Pensa che abbia donato alla campagna per la presidenza per la mia salute? La FDA ha già messo in lizza Phoxy come pillola dietetica. Arriveremo sul mercato al massimo entro cinque anni. Digli la parte migliore, Pinchey.”

Il signor Pinchot si girò verso il gruppo di scienziati. “Seguiremo il modello finanziario del Viagra per Phoxy. Abbiamo valutato che il mercato sosterrà il peso di venti dollari a pillola, forse anche di più. Alla luce del profitto stimato a lungo termine, il signor Cameron ha approvato un generoso bonus per tutti i componenti del team.”

“Ma quel prezzo è ridicolo. È scorretto,” contestò Mia. “Senza dovute prove cliniche, l’assicurazione non coprirà quel costo per i diabetici. Chi potrebbe ricevere aiuto dal medicinale ma non fosse in grado di permetterselo, morirà.”

Miles Cameron guardò Mia dritto negli occhi, la sua pazienza evidentemente al limite.

“Nessuno le ha mai detto che lei è una specie di guastafeste? Il Centro Farmaceutico sarà il numero uno. Basta discussioni sul diabete, d’accordo?”

Mia si sentì avvampare in volto mentre Cameron sorseggiava il suo champagne. La cosa intelligente da fare era sedersi, intascarsi il bonus, mandare giù il suo senso di ingiustizia e fare la simpatica. Questo sarebbe stato ciò che Mark avrebbe voluto da lei. Ma la sua altra metà era del tutto furiosa.

“E non voglio neanche più sentir parlare di quella parola con la D.”

Cameron alzò il suo bicchiere come a voler fare un brindisi, le rivolse un sorriso compiaciuto e le fece l’occhiolino.

Ecco fatto. Mia aveva perso la pazienza.

“Davvero Cammy? Di che parola con la D stiamo parlando?”

“Silenzio, Bold!” sibilò Bagley.


“Me ne vengono in mente alcune di davvero adeguate a descriverla, signor Cameron, a partire da debosciato per andare a finisce con un semplice deficiente!”

“Te l’avevo detto che avevo una brutta sensazione,” sospirò Nigel, prendendosi la testa fra le mani.

Nella sala calò il silenzio.

“Cosa mi ha appena detto?” chiese Miles Cameron, le guance improvvisamente rosse.

“Ho detto che lei è un deficiente,” disse Mia senza esitazione. “E con quella parola intendo lento di comprendonio e incapace di capire un concetto molto semplice, come il motivo per cui abbiamo progettato quel medicinale, tanto per cominciare.”

Nigel sollevò la testa dalle mani e guardò Mia con estremo rispetto, ma anche con terrore.

Sullo schermo, Miles Cameron fissava la videocamera, furente. Dietro di lui tutto il suo entourage era impietrito. A quanto pareva, bisognava evitare a tutti i costi di far arrabbiare ‘Cammy’. Il tecnico informatico si nascose dietro al suo portatile, come se fosse uno schermo in grado di proteggerlo.

“Gigi, vai a vedere a che punto è il pranzo,” disse con voce secca Miles Cameron rivolgendosi alla ragazza in bikini.

“Certamente, Cammy…”

“Come ha fatto lei ad entrare nel mio team medico? Lei è arrogante, maleducata e incredibilmente insubordinata. Bagley? A che stavi pensando?”

Bagley scattò sull’attenti, accecandosi quasi un occhio con un dito mentre cercava di sistemarsi gli occhiali.

“Uhm… è solo una componente secondaria del team, signore. Un semplice garzone. Del tutto sostituibile.”

“Davvero Tim?” gli chiese Mia, lanciandogli un’occhiata torva. Non poteva credere che si stesse aggrappando a questo. Fece un respiro profondo e cercò di parlare con calma. “Senta, signor Cameron. Il fatto è che sono stata io a creare il meccanismo che fa funzionare Phoxy. Sono un componente critico della squadra di lavoro. Avranno bisogno che io proceda, indipendentemente da come lei intenda commerciare il medicinale.”

“Non è vero!” esclamò Bagley. “Assolutamente falso.”

Mia si voltò verso Tim Bagley, che si sentì annichilito sotto al suo sguardo.

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