Cuori Maledetti - Amy Blankenship страница 2.

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"Staremo ancora insieme?" Shinbe ebbe l'accortezza di chiedere.

Siamo fratelli e questo non cambierà mai. Non rinasceremo ma scivoleremo attraverso il velo del tempo così come siamo. Ai mortali appariremo come giovani tra i diciassette e i diciannove anni, ma saremo immortali e non invecchieremo mai. La forza della discesa ci renderà esteriormente simili a loro, come se fossimo sempre vissuti in quella dimensione vicino a lei. La sacerdotessa è innocente nel regno degli umani ... non avrà potere fino a quando non avrà raggiunto la maggiore età."

Shinbe rafforzò la presa sul suo bastone mentre guardava il sanguinoso campo di battaglia che li circondava. "Siamo stati attaccati da potenti demoni molte volte, eppure siamo ancora vivi. Come fa un guardiano a farsi uccidere? "

Kyiou sorrise malignamente. "Ci vuole un guardiano per uccidere un altro guardiano."

"Se proprio dobbiamo farlo, allora che sia in una battaglia tra noi! esclamò con forza Kotaro, cercando di respingere l'orrore di uccidere il proprio fratello.

Shinbe annuì, comprendendo a cosa si riferiva Kotaro. "Ci siamo sempre domandati chi di noi sia il più forte".

Gli occhi scintillanti di Kamui diventarono neri e il colore dell'ebano si diffuse rapidamente sulle sue ali, come se stesse divorando la polvere di stelle che vi brillava sopra in macchie multicolori. Nell'istante in cui Kamui prese possesso del potere, iniziò tra i fratelli una guerra all'ultimo sangue.

La tragedia si consumò in pochi istanti, e Toya fu l'ultimo a rimanere in piedi. Cadde in ginocchio per il dolore di ciò che aveva appena fatto, e di ciò che doveva ancora fare. Nessuno aveva pensato all ultimo vero sacrificio.

"Per stare con te" sussurrò dentro di sé. Afferrando saldamente i suoi pugnali gemelli, li affondò nel proprio cuore. L'ultimo dei suoi poteri attivò i sacri pugnali, mentre ghiaccio trasudava rapidamente dal suo cuore ... seguito dalle fiamme.

Capitolo 2 Una voce dal passato

15 anni dopo

Kyoko si fermò davanti alla porta dell'ufficio, senza decidersi a entrare. Aveva vissuto in un collegio femminile da che era piccolissima, ed essere convocati nell'ufficio della signora Merda non era mai stata un buon segno. Aveva un cognome che ben le si addiceva.

"Venga avanti, signorina, Hogo." Anche dallaltra parte del muro la voce della donna risultava aspra e inflessibile, del tipo che fondamentalmente dava sui nervi alle persone.

Kyoko sussultò, chiedendosi come diavolo facesse la vecchia strega a sapere che lei era lì. Si prese un secondo per guardarsi intorno, cercando la telecamera nascosta che non era mai riuscita a individuare, poi scrollò le spalle e aprì la porta.

Vedendo che la direttrice non era sola in ufficio, Kyoko si mise a dondolare sulle gambe, chiedendosi cosa avesse fatto questa volta per mettersi nei guai. Dato che la scuola era nel bel mezzo del nulla e non era ammessa la presenza di maschi, difficilmente ne vedeva uno e luomo che era in compagnia della preside la rendeva molto nervosa.

"Si accomodi, signorina Hogo; abbiamo molto di cui discutere." disse la signora Merda, con tutta l'alterigia di cui era capace. Anche lei sembrava un po frastornata dalla presenza delluomo che aveva davanti. "Questo è il signor Sennin, un avvocato che ha gestito la proprietà della sua famiglia da quando lei è entrata in questo collegio. E venuto qui per informarci che il suo compito è finito e che, avendo lei raggiunto la maggiore età, adesso è libera di disporre dei suoi beni come meglio desidera, dalla mezzanotte di stasera."

Kyoko sbatté le palpebre più volte, confusa. La sua famiglia cosa? Le era sempre stato detto che era cresciuta in istituto e quindi aveva pensato di essere orfana. Domani avrebbe compiuto diciotto anni, ma Kyoko si scosse dai suoi pensieri quando la signora Merda si alzò improvvisamente e si diresse verso la porta dell'ufficio.

La schiena della vecchia era rigida come un'asse e i suoi talloni ticchettavano rumorosamente sul pavimento di legno dell'ufficio. La guardò da dietro le spesse lenti che le scivolano continuamente dal naso. "Lascerò che sia il signor Sennin a spiegarle tutto." La porta si chiuse con un fragoroso boato, lasciando Kyoko e l'uomo da soli nell'ufficio.

"Posso chiamarti Kyoko?" chiese cortesemente il signor Sennin. Personalmente, era contento che la vecchia arpia li avesse lasciati soli.

La sua voce era vecchia e ruvida, ma morbida e dolce allo stesso tempo, stimolando finalmente la ragazza ad alzare i suoi occhi color smeraldo su di lui. Luomo indossava un classico abito da avvocato, ma il suo sorriso sembrava quello di un nonno, perché gli arrivava fino ai suoi scintillanti occhi grigi. Annuì, avendo bisogno di un momento per trovare la sua voce.

"Conosce la mia famiglia?" Kyoko gli fece l'unica domanda che avrebbe voluto fare da sempre.

Li conoscevo molto bene. Tuo nonno era il mio migliore amico." Sospirò mentre prendeva la sedia della signora Merda e la trascinava intorno alla scrivania per posizionarla accanto a quella di Kyoko. Tuo nonno ti ha portato da me quando avevi solo tre anni con istruzioni molto esplicite e un testamento. È stato ucciso in uno strano incidente solo un paio d'ore dopo aver lasciato il mio studio legale."

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