Era un luogo roccioso e deserto, e dodici ladroni s’erano fermati davanti a una pietra bianca.
Uno di loro disse:
– Apriti, deserto! – e la pietra bianca s’aperse come un uscio e dentro c’era illuminato come un gran palazzo. I dodici ladroni entrarono e l’ultimo disse:
– Chiuditi, deserto! – e la pietra si richiuse alle sue spalle.
La ragazza nascosta dietro l’albero stette ad aspettare. Dopo un po’ una voce di dentro disse:
– Apriti, deserto! – La porta s’aperse, e i dodici ladroni uscirono in fila, fino all’ultimo che disse:
– Chiuditi, deserto!
Quando i ladroni si furono allontanati, la ragazza andò alla pietra bianca e disse:
– Apriti, deserto! – e le si aprì la porta illuminata. Entrò e disse: – Chiuditi, deserto!
Dentro c’era una tavola apparecchiata per dodici, con dodici piatti, dodici pani e dodici bottiglie di vino. E in cucina c’era uno spiedo con dodici polli da arrostire.[21] La ragazza fece pulizia dappertutto, rifece i dodici letti, fece arrostire i dodici polli. E siccome aveva fame mangiò un’ala ad ogni pollo, rosicchiò un cantuccio d’ogni pane, e bevve un dito di vino[22] da ogni bottiglia.
Quando sentì che tornavano i ladroni, si nascose sotto un letto. I dodici banditi, a trovar tutto pulito, i letti rifatti, i polli arrostiti, non sapevano cosa pensare. Poi videro che a ogni pollo mancava un’ala, a ogni pane un cantuccio, a ogni bottiglia un dito di vino, e dissero:
– Qui dev’essere entrato qualcuno.
E decisero che l’indomani uno di loro sarebbe rimasto a far la guardia.
Restò il più piccolo dei ladroni, ma si mise a far la guardia[23] fuori, e intanto la ragazza uscì di sotto al letto, rassettò tutto, mangiò le dodici ali di pollo, i dodici cantucci di pane e bevve le dodici dita di vino.
– Non sei buono a niente![24] – disse il capo quando tornando vide che la casa era stata di nuovo visitata,[25] e mise di guardia un altro.
Ma anche questo rimase fuor dalla porta, mentre la ragazza era dentro, e cosi, dandosi dello stupido ogni volta, tutti i ladroni provarono a far la guardia per undici giorni di seguito,[26] e non scoprirono la ragazza.
Il dodicesimo giorno, volle montar di guardia il capo e invece di[27] starsene fuori, rimase dentro, e vide la ragazza uscir di sotto al letto. L’agguantò per un braccio:
– Non aver paura, – le disse, – giacché ci sei, stacci.[28] Ti tratteremo come una sorellina.
Così la ragazza restò coi ladroni e faceva loro tutti i servizi, e loro le portavano ogni sera gioielli, monete d’oro, anelli e orecchini.
Il più piccolo dei ladroni amava vestirsi da gran signore per fare le sue rapine, e fermarsi alle meglio locande. Così una sera andò a mangiare dalla Bella Venezia.
– Da dove venite? – gli chiese la locandiera.
– Dal fondo del bosco, – disse il ladrone.
– E avete mai visto una più bella di me?
– Sì che l’ho vista, – disse il ladrone.
– E chi è?
– È una ragazza che abbiamo con noi.
Così la Bella Venezia capì che sua figlia era ancora viva.
Alla locanda veniva ogni giorno a chieder l’elemosina una vecchia, e questa vecchia era una strega. La Bella Venezia le promise metà delle sue ricchezze se riusciva a trovare sua figlia ed ammazzarla.
Un giorno la ragazza, mentre i ladroni erano via, stava cantando alla finestra, quando passò una vecchia che disse:
– Vendo spille! Vendo spille! Bella ragazza, mi fai salire? Ti faccio vedere uno spillone per il capo che è una meraviglia!
La fece salire, e la vecchia, con l’aria di mostrarle[29] come le stava bene uno spillone nei capelli, glielo ficcò nel cranio.
La ragazza morì.
Quando tornarono i ladroni e la trovarono morta, scoppiarono tutti in lagrime, pur col cuore peloso[30] che avevano. Scelsero un grande albero dal tronco cavo e la seppellirono nel tronco.
Il figlio del Re andava a caccia. Sentì i cani abbaiare, li raggiunse; erano tutti a raspare con le zampe sul tronco di un albero.
Il figlio del Re ci guardò dentro e trovò una bellissima ragazza morta.
– Se tu fossi viva, ti sposerei,[31] – le disse il figlio del Re, ma anche morta non posso staccarmi da te.
Suonò il corno, radunò i suoi cacciatori, e la fece portare a palazzo reale. La fece chiudere in una stanza, senza che la Regina sua madre ne sapesse e passava la giornata in quella stanza, a contemplare la bella morta.
La madre, insospettita, entrò nella stanza all’improvviso.[32]
– Ah! E’ per questo che non volevi uscire! Ma è morta! Che te ne fai?[33]
– Morta o non morta, non so vivere lontano da lei![34]
– Almeno falla pettinare![35] – disse la Regina, e fece chiamare il Real Parrucchiere.
Il Real Parrucchiere cominciò a pettinarla, e gli si ruppe il pettine. Prese un altro pettine e gli si ruppe anche quello. Così, uno dopo l’altro, ruppe sette pettini.
– Ma cos’ha in testa questa ragazza? – chiese il Real Parrucchiere. – Voglio guardarci. – E toccò una capocchia di spillone. Tirò piano piano, e man mano che tirava lo spillone, la giovane ripigliava i colori[36], e aperse gli occhi, sospirò, respirò, disse:
– Oh! – e s’alzò in piedi.
Si fecero le nozze. Tavolate anche per le vie.[37] Chi voleva mangiare mangiò e chi non voleva non mangiò.
(Abruzzo)Le domande da rispondere
1. Perché la bella Venezia volle uccidere la sua figllia?
2. Cosa fece lo sguattero?
3. Cosa egli portò alla bella Venezia per dimostrare che ebbe eseguito il suo ordine?
4. Cosa dissero i ladroni dopo aver trovato nella loro tana una bella ragazza?
5. Cosa faceva la ragazza per i ladroni?
6. Come era tolto l’incantesimo?
Lo sciocco senza paura
Un uomo aveva un nipote che era stupido: non capiva niente ma non aveva paura di nulla. Quell’uomo partì e lasciò detto[39] al nipote che stesse attento ai ladri, che non portassero via la roba di casa. E lui:
– Che sono questi ladri? Che cos’è questa roba di casa? Io non ho paura di niente.
Vengono i ladri, gli dicono:
– Cosa fai qui, ragazzo? Noi dobbiamo rubare.
– E be’, e con ciò?[40] E rubate pure, chi ve lo impedisce? Credete che io abbia paura? – e li lasciò rubare tutto.
Torna lo zio e vede la casa svaligiata. Dice al nipote:
– Hai fatto venire i ladri?[41]
– Io? Io ero qui sulla porta. Sono venuti i ladri. Hanno detto: «Che fai qui? Dobbiamo rubare». «E chi ve lo impedisce?», gli ho detto, «guarda che tipi!» e loro hanno rubato. Io non c’entro.[42]
L’uomo pensò che aveva un fratello prete, che avrebbe potuto educarlo meglio.
– Devi andare da tuo zio prete, – gli disse.
– Che cos’è questo zio prete? Io non conosco zii preti, io non conosco nessuno, se vogliamo andare dallo zio prete su, andiamoci!
Lo zio prete la prima sera gli disse:
– Stasera devi andare a spegnere i lumi in chiesa.
E il nipote:
– Cosa sono questi lumi? Che cos’è questa chiesa? Io non conosco lumi, io non conosco chiesa; andrò dove volete, non ho paura di niente.
Lo zio aveva detto al sacrestano che mentre il nipote spegneva i lumi calasse un corbello pieno di candele e dicesse:
– Chi vuol vedere il Regno dei Cieli, venga qui dentro.
Il nipote vede il corbello, sente la voce e dice:
– Che cieli, che cieli, io non conosco cieli, aspettatemi che vengo.
Prende un coltello e taglia la fune. Il sacrestano tira e gli rimane la fune in mano.
La sera dopo lo zio prete comandò al sacrestano che si mettesse in una bara e si fingesse morto per poi far paura al nipote.
– Questa sera vai a vegliare un morto, – disse al ragazzo.
– Che cos’è questo morto? Che cos’è questo vegliare? Io andrò in tutti i posti.
E andò in chiesa a vegliare il morto. C’era un lumicino fioco fioco vicino al morto, e tutto il resto buio. Il morto comincia ad alzare una gamba. Il ragazzo lo guarda e non si fa né in qua ne in là.[43]
Il morto alza la testa, e il ragazzo sbadiglia. Allora il morto dice:
Примечания
1
non faceva altro che filare – только и делала, что пряла
2
strada facendo – по дороге
3
tant’era boia – такой был душегуб
4
restò di stucco – остолбенел, застыл от удивления