Se Fossi Per Me - Casaccia Simona страница 2.

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3 ore dopo

Monica stava finendo di vestirsi per andare alla festa, si guardò allo specchio; indossava un vestito rosso che le arrivava sopra il ginocchio. Salutò la sua famiglia e andò a prendere Natalia con la sua auto. Suonò il campanello più volte e infine Natalia uscì chiudendo la porta a chiave, indossando un vestito nero corto e con i capelli sciolti. Entrò in macchina e chiuse la porta.

- Sei bellissima Monica!-

- Anche tu lo sei, Natalia.- disse Monica mentre faceva partire la macchina.

Natalia sorrise e cominciò a guardare dal finestrino, in qualche modo il viaggio a Maschito la emozionava.

In poco tempo arrivarono alla festa, chiesero loro l’identificazione ed entrarono. C’era molta gente e si sentiva una musica tecno di sottofondo.

-Te lo avevo detto che dovevamo venire!- le gridò Natalia mentre passava tra le persone.

Le due ragazze si fermarono e cominciarono a ballare, un ragazzo dai capelli castani e occhi azzurri e un altro ragazzo dai capelli neri e occhi marroni si avvicinarono a Monica e Natalia.

- Sono Luca.- disse quello dai capelli castani

- Ed io sono Matteo.- disse quello dai capelli neri

- Noi siamo Natalia e Monica.- disse Natalia mentre guardava i due appena arrivati.

-vi va di ballare?- chiese Luca; Natalia guardò Monica come se aspettasse un’approvazione e Monica annuì.

- Certo – disse Natalia.

Natalia cominciò a ballare con Matteo e Monica con Luca. I quattro ballarono per qualche minuto, poi andarono a bere una bibita, ballarono di nuovo, conversarono e dopo quattro ore decisero di andarsene.

- Questa festa sì che è stata divertente! - gridò Natalia mentre ballava sul sedile.

- “Si è vero”- disse Monica ridendo mentre guidava.

Quando avevano appena passato il cavalcavia che portava all’entrata di Venosa, proprio nella curva, la luce di un camion le accecò. Monica mosse il volante in tutte le direzioni però, quando finalmente riuscì a svoltare verso destra, l’auto scivolò su alcune pietre e con un salto precipitò dal cavalcavia, verso il fatale destino.

Capitolo due

-“ Monica svegliati!”- gridò Natalia nell’oscurità ma Monica nonostante avesse aperto gli occhi non riusciva a vedere nulla.

-“Natalia? Dove sei? Stai bene?- chiese Monica mentre cercava di muovere le dita per toccare Natalia, però non riusciva a sentirle, non riusciva a sentire il proprio corpo e sentiva come se qualcosa le attraversasse l’addome.

“Non lo so"! Ho paura Monica! Non voglio morire! Non sento il mio corpo- gridò Natalia cominciando a piangere.

- Aspetta…sto iniziando a sentirmi confusa…credo che…sto per….- disse Monica prima di sentire come se l’oscurità la travolgesse; l’ultima cosa che aveva sentito era Natalia che la chiamava disperata per poi lentamente spegnersi lasciando solo silenzio intorno.

-…

-…

-…

- Monica?-

Monica si trovò sdraiata su un letto che sembrava trasparente e che cominciava ad alzarsi lentamente.

- Sono morta?- chiese Monica a un uomo con una tunica marrone.

- Si. - disse mentre si avvicinava a lei scendendo una rampa di scale

- E Natalia?-

- Anche lei è morta, sono passate molte ore prima che la potessero tirare fuori e le sue ferite molto gravi non le hanno lasciato scampo, ma le tue lo erano ancora di più così sei morta poco dopo l’incidente.-

L’uomo si trovava a pochi passi da Monica e lei si mise a piangere.

- Perché?- chiese dopo aver pianto per qualche secondo.

- Era soltanto la sua ora.

- E lei chi è?- gli chiese Monica incrociando le braccia.

- Sono l’Arcangelo Gabriele, messaggero di Dio. - disse stirando le braccia e mostrando i palmi.

- E dov’è Natalia?-

- Temo di non poter rispondere a questa domanda…

- Perché? Dov’è lei? - chiese Monica facendo un passo verso di lui. Non poteva negare che era molto preoccupata per la sua migliore amica.

- Mi dispiace, ma l’unica cosa che posso dirti è che ora si trova in un posto migliore.

- Ed io perché mi trovo qua?-

- Perché hai una missione da compiere.

- Missione? Quale missione? Rivivrò o qualcosa del genere? - gli chiese duramente. Perché doveva compiere una missione e non poteva andare dove era Natalia?

- Questo è qualcosa che ti dirò in seguito, quello che posso dirti è che non “rivivrai” completamente perché il tuo corpo non si sveglierà, fino a che sarai un essere invisibile che non può essere visto da persona umana, però, userai un ciondolo con una pietra di lapislazzulo e terrai legati i tuoi capelli con un nastro di colore azzurro. -

- Però… Perché devo tenere quel ciondolo se sarò comunque invisibile?-

- Perché con questo ciondolo al collo, potrai mantenere la tua apparenza umana, però senza di questo, non potrai essere vista ma solo sentita dagli esseri umani.

- Sarò come fantasma?- gli chiese Monica muovendo un po’ la testa.

- Sì, possiamo dire che assomiglierai a quello che gli esseri umani chiamano “fantasma”. -

-“E’ davvero incredibile”…- disse Monica sussurrando.

- Ora ti manderò sulla terra, ti sveglierai nei dintorni di Venosa tenendo il ciondolo nella tua mano, così che potrai indossarlo, poi prenderò contatto per spiegarti meglio le cose da fare. Che tutto vada per il meglio, buona fortuna Monica.-.

Apparve una luce bianca che la accecò, e dopo pochi secondi, la luce si dissolse e Monica si svegliò sdraiata in terra in un appartamento nei dintorni di Venosa alle nove di mattina.

Si mise a sedere e si accorse del ciondolo nella sua mano sinistra.

- E’ molto bello…- sussurrò, ricordandosi tutto ciò che le era stato detto e alzandosi lo mise nella tasca dei pantaloni

- Vediamo se riesco a volare…- disse Monica, sperando che poiché era un fantasma sarebbe stata in grado di volare, stirò le sue braccia verso l’alto e iniziò ad alzarsi da terra, sentendosi come uno di quei personaggi della televisione che vedeva quando era piccola.

- E’ fantastico!- gridò mentre passava fra le nuvole.

Monica si fermò notando un mucchio di persone al di fuori di casa sua, e decise di scendere vedendo le sue due sorelle che stavano piangendo.

- Non posso credere che se ne sia andata, e pensare che se avessi insistito per andare anch’io alla festa, e se fossi andata, sarei morta anch’io - disse Fiorella mentre si passava un fazzoletto sulla bocca.

- Non posso credere che sia davvero morta. Hanno detto che è stata viva per più tempo di Monica che invece è morta poco dopo l’incidente, però quando sono arrivati per tirarla fuori era passato troppo tempo così è morta anche lei. - disse Elisabetta.

- Ragazze, il funerale di Natalia e Monica sarà fra un’ora, preparatevi. - disse la madre di Monica che era uscita dalla casa e si era avvicinata a loro.

- D’accordo mamma. - disse Fiorella conservando il foulard nella borsa che aveva con sé. Sua madre si allontanò e si avvicino ad altre persone.

- Sai? Se lo avessi saputo, avrei trattato meglio Monica o non l’avrei lasciata andare alla festa. - disse Elisabetta mentre cominciava a entrare in casa seguita da sua sorella Fiorella.

Monica si fermò quando le chiusero praticamente la porta in faccia, poteva attraversarla? Questo era qualcosa di cui non le aveva parlato l’Arcangelo Gabriele.

Ci pensò per qualche secondo poi facendo un profondo respiro, mise il piede verso la porta e vide come lentamente riusciva ad attraversarla.

- E’ troppo geniale. - pensò Monica stupita mentre passava con il corpo, la porta.

Dall’altro lato, cominciò a cercare le sue sorelle che stavano entrambe nella sua stanza sedute sul letto.

- Mi manca Monica.- disse Elisabetta mentre si sdraiava sul letto di Monica.

- Anche a me, non sai quanto darei per poterla vedere ancora una volta. - disse Fiorella mettendo la mano destra sul viso.

Monica si sentiva molto triste per ciò che le sue sorelle stavano attraversando, desiderava mettersi il ciondolo perché la potessero vedere, però no, non era il momento, doveva aspettare almeno dopo il funerale.

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