Морган Райс - Lo Scettro di Fuoco стр 4.

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“Hazel!” gridò Oliver a gran voce, al di sopra del rumore del vento. “Ralph! Da questa parte!”

In qualche modo, nonostante le folate fortissime, la voce di Oliver fu in grado di arrivare fino ai suoi amici. Entrambi guardarono verso di lui e il sollievo baluginò per un momento nei loro occhi altrimenti colmi di paura.

“Oliver!” gridò Hazel con voce pregna di sollievo.

Oliver era sorpreso di poterla sentire così forte e chiaro. Aveva immaginato che la sua voce sarebbe stata inghiottita dal vento, come generalmente accadeva durante i viaggi attraverso il portale temporale. Si chiese come mai non stesse accadendo lo stesso qui. Magari si trattava di un portale di tipo diverso rispetto a quelli che aveva usato altre volte per viaggiare. Dopotutto il professor Ametisto lo aveva creato in condizioni difficili.

Usando le braccia, Oliver cercò di nuotare verso i suoi amici. Si aggrappò a loro, e tutti e tre si tennero stretti l’uno con l’altro.

“Dove sono gli altri?” gridò Ralph guardandosi furtivamente attorno.

Oliver scosse la testa, mentre il vento gli faceva svolazzare i capelli biondo scuro negli occhi. “Non lo so. Non li vedo.”

Allungò il collo cercando tra i vortici di luce nera e viola per vedere se ci fosse qualche segno di Walter, Simon o Esther. Nulla. Non li vedeva per niente e la cosa lo riempiva di paura. Erano almeno saltati nel portale? Potevano essere rimasti incastrati nella scuola che andava in pezzi? Non poteva sopportare il pensiero di aver salvato la vita di Esther con l’Elisir e di averla persa solo qualche attimo dopo nel crollo della scuola. Perché non le aveva tenuto la mano quando aveva saltato?

“Oliver, puoi sentirmi?” La voce del professor Ametisto giunse all’improvviso dal nulla.

Oliver fu colpito dallo shock. Sgranò gli occhi per la sorpresa. Si guardò attorno dappertutto, ma non riuscì a vedere il preside. Era come se il professor Ametisto gli stesse parlando da un’altra dimensione.

Preoccupato di avere le traveggole, si voltò verso gli altri. “Avete sentito anche voi?” chiese, mentre il vento gli sferzava contro.

“Sì,” annaspò Hazel. “È il professor Ametisto. Ma come fa a parlarci?”

“Non ne ho idea,” balbettò Oliver come risposta.

“Ascolta,” continuò la voce del preside che sembrava venire simultaneamente da ogni punto. “È molto importante.” Parlava frettolosamente, con tono urgente e insistente. “La Scuola degli Indovini sta crollando e c’è solo un modo per salvarla. Devi trovare lo Scettro di Fuoco.”

Lo Scettro di Fuoco? pensò Oliver, scervellandosi per cercare nella propria mente qualche informazione al riguardo. Ma non trovò nessun indizio. Non aveva mai sentito parlare dello Scettro di Fuoco.

“Cos’è?” chiese parlando da dentro il vortice. Non sapeva da che parte proiettare la voce, perché non aveva idea di dove si trovasse effettivamente il professor Ametisto. “Dove lo troviamo?”

Questa volta, quando il professor Ametisto parlò, la sua voce apparve distorta. Era come se parlasse attraverso un telefono cellulare con scarsa connessione. Le parole andavano e venivano gracchiando. “Perso nel tempo…”

“Scusi, cos’ha detto?” chiese Oliver, gridando disperato.

Ci fu silenzio.

“Professore?” tentò ancora Oliver. “Non sento quello che dice!”

Ma improvvisamente l’attenzione di Oliver fu distolta da Ralph. L’amico gli stava tirando furiosamente il braccio.

“Oliver, guarda,” gli disse.

Oliver girò la testa dietro la spalla. E quello che vide riempì di sollievo tutto il suo corpo. Erano Esther, Walter e Simon. Finalmente!

I tre si tenevano stretti tra loro, proprio come stavano facendo Oliver, Ralph e Hazel. Oliver si sentì travolto dal sollievo nel vedere che erano usciti dalla scuola e che ora sarebbero nuovamente stati tutti quanti insieme. Qualsiasi cosa fosse questa impresa…

Oliver stava proprio per chiedere ad Hazel e Ralph se potevano tentare di ‘nuotare’ verso gli altri, quando la voce del preside risuonò ancora.

“Oliver?” chiese il professor Ametisto. “Puoi sentirmi?”

“Sì!” gridò Oliver. “La sento! Mi dica dello Scettro di Fuoco!”

“È andato perduto,” disse il preside. “Non so dove. Non so quando.”

Oliver sentì crescere la tensione. Se il professore non sapeva dove né quando si trovasse lo Scettro di Fuoco, allora dove e quando li stava portando questo portale? Forse era per questo che non si stava comportando come un portale temporale normale. Perché ancora non aveva una destinazione finale!

Il pensiero era preoccupante. Ma proprio come faceva generalmente quando le cose sembravano pericolose, Oliver ricordò a se stesso che il professor Ametisto era immensamente saggio. Oliver si fidava ciecamente del suo mentore. Sapeva che il preside non lo avrebbe mai messo in una situazione di inutile pericolo.

“Come facciamo a trovarlo?” chiese Oliver al professor Ametisto, che ora ipotizzò trovarsi ancora all’interno della Scuola degli Indovini, intento a proiettare la propria voce nel vortice che li teneva attualmente intrappolati tra tempo e spazio, piuttosto che trasportarli oltre.

“Sono sceso a due possibilità,” gridò il professore. “La prima…”

La sua voce venne interrotta.

Oliver si sentiva ansioso. Doveva sapere dove stava andando! Doveva sapere il perché! Aveva bisogno della guida del suo mentore se voleva avere anche una minima possibilità di trovare lo Scettro di Fuoco e salvare la Scuola degli Indovini!

“Professore!” gridò nel vorticante vuoto. “Professore? Professore!”

Ma ancora una volta le sue richieste trovarono risposta nel silenzio.

Sollevò lo sguardo verso Hazel e Ralph, che ancora stavano aggrappati alle sue braccia. Avevano entrambi un’espressione preoccupata.

Oliver iniziò a sentir crescere nello stomaco un senso di inutilità. Come avrebbe mai potuto trovare lo Scettro di Fuoco se non sapeva neanche dove stava andando e dove avrebbe dovuto dirigersi?

Ma poi lo colpì un pensiero improvviso. La bussola di bronzo che il professor Nightingale gli aveva dato all’Università di Harvard era ancora nella grande tasca della sua tuta da lavoro. Era un antico pezzo di tecnologia indovina, una delle tantissime invenzioni create dagli indovini per avere aiuto nel loro compito di proteggere l’universo dai Malvagi che viaggiavano nel tempo. Magari quella gli avrebbe dato qualche indizio, aiutandolo a guidarlo in questa impresa.

Oliver infilò la mano nella grande tasca centrale e sentì le dita che venivano a contatto con il freddo metallo della bussola. Quindi tirò fuori lo strumento che era grande come il palmo della sua mano. Sebbene fosse tremendamente scosso dalla forza del vento, Oliver vide che la grossa lancetta principale puntava verso il simbolo di una fiamma.

“Oh no!” gridò improvvisamente Hazel.

Oliver sollevò gli occhi dalla bussola e vide che i gradi occhi grigi dell’amica erano sgranati e pieni di ansia. Guardò quindi davanti a sé e vide la cosa più strana che mai gli fosse capitata. Il portale si stava dividendo in due gallerie diverse!

Oliver sussultò. Non aveva mai visto una cosa del genere prima d’ora. I portali per i viaggi nel tempo erano già di per sé un’esperienza complicata per la mente, e vedere addirittura il tunnel che si divideva a metà non poteva che creare ulteriore confusione. Si stava destabilizzando? Andando a pezzi proprio davanti a loro occhi?

Ma no. Oliver mise insieme i tasselli nella sua mente. Il professor Ametisto aveva detto che c’erano due luoghi dove forse era possibile trovare lo Scettro di Fuoco. Ora, lui, Ralph e Hazel erano lanciati verso uno dei due tunnel, mentre Esther, Simon e Walter erano diretti verso l’altro.

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