I cinque del salotto - Грейс Фиона страница 10.

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“Vi conoscevate già?” chiese Lacey, avventurandosi nel tentativo di scoprire come stessero realmente le cose.

Suzy ridacchiò. “Joan è mia zia.”

“Ah,” commentò Lacey.

Allora aveva perfettamente senso. La consigliera Muir aveva approvato il lavoro accelerato di passaggio dell’edificio da casa di riposo a B&B perché aveva un collegamento famigliare con Suzy. Carol aveva avuto ragione. Qui c’era in ballo una buona dose di nepotismo.

“Ex zia,” la corresse la consigliera Muir sulla difensiva. “E non di sangue. Suzy è la nipote del mio ex marito. E questo non ha avuto nessuna influenza sulla decisione di garantire la licenza. È semplicemente ora che Wilfordshire abbia un B&B di dimensioni decenti. Il turismo sta crescendo di anno in anno e le nostre attuali strutture non stanno al passo con la domanda.”

A Lacey appariva evidente che la consigliera Muir stava tentando di deviare l’argomento della conversazione dall’ovvio trattamento preferenziale che Suzy aveva ottenuto. Ma non era proprio necessario. Non cambiava l’opinione che lei aveva della giovane, dato che non era colpa sua se aveva dei buoni contatti. Per quanto la riguardava, la ragazza dimostrava un buon carattere e stava usando i suoi buoni contatti per fare qualcosa, piuttosto che per adagiarsi sugli allori. Se c’era qualcuno che ne usciva male, era la consigliera Muir stessa, e non perché avesse usato la sua influente posizione per garantire un grosso favore alla nipote del suo ex marito, ma perché si comportava al riguardo in modo così nebuloso e schivo. Non c’era da stupirsi che le Carol di Wilfordshire avessero tanto da ridire sui progetti di ristrutturazione della zona orientale!

La consigliera vestita di cremisi stava ancora spiattellando le sue scuse. “A dire il vero la cittadina ha tante domande da necessitare due B&B di queste dimensioni, soprattutto se si considerano tutti i commerci extra che otterremo dal ripristino del vecchio club di caccia.”

L’attenzione di Lacey fu subito ridestata. Pensò al biglietto di Xavier e al suo suggerimento che suo padre venisse a Wilfordshire per la caccia estiva.

“Il vecchio club di caccia?” chiese.

“Sì, quello alla villa Penrose,” spiegò la consigliera Muir, indicando con il braccio verso una generica direzione dall’altra parte della vallata, dove si trovava effettivamente quella proprietà.

“Lì una volta c’era una foresta, vero?” intervenne Suzy. “Ho sentito dire che Enrico VIII aveva fatto costruire il suo padiglione di caccia lì per poter venire a cacciare i cinghiali!”

“Esatto,” disse la consigliera annuendo in modo molto formale. “Ma alla fine la foresta è stata abbattuta. Come con altre proprietà inglesi, i nobili hanno intrapreso giochi di caccia agli uccelli non appena sono state inventate le armi da fuoco, e questo si è poi trasformato nell’industria che conosciamo oggi. Al giorno d’oggi ci sono allevatori di anatre selvatiche, pernici e fagiani solo per la caccia.”

“E conigli e piccioni?” chiese Lacey, ricordando il contenuto della lettera di Xavier.

“Quelli si possono cacciare tutto l’anno,” confermò la consigliera Muir. “Il circolo della caccia di Wilfordshire faceva lezioni per gli appassionati quando la stagione era chiusa, facendo pratica con piccioni e conigli. Non proprio elegante, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.”

Lacey lasciò che l’informazione prendesse posto nella sua mente. Corrispondeva in modo così preciso con quello che diceva la lettera di Xavier che non poteva fare a meno di credere veramente che suo padre venisse davvero a Wilfordshire in estate per andare a caccia presso la Villa Penrose. Questo, insieme alla foto di suo padre che aveva visto a casa di Iris Archer, la precedente proprietaria, le faceva sembrare tutto più probabile.

Era per questo che il fucile le era sembrato così familiare? Perché da qualche parte nella sua mente c’erano ricordi a cui ora non riusciva ad accedere?

“Non avevo mai saputo che ci fosse un padiglione di caccia alla Villa Penrose. “Quand’è che il circolo di caccia ha smesso di essere operativo lì?”

“Circa una decina d’anni fa,” le rispose la consigliera Muir. Aveva un tono teso, come se quella conversazione non le piacesse molto. “Hanno interrotto l’attività per…” Esitò, evidentemente alla ricerca delle parole più diplomatiche per potersi spiegare. “… mala amministrazione finanziaria.”

Lacey non poteva esserne certa, ma sembrava esserci una nota di malinconia nel tono della consigliera, come se avesse una qualche forma di collegamento famigliare al circolo della caccia e alla sua recente chiusura un decennio prima. Lacey avrebbe voluto chiedere di più, scoprire se ci fossero maggiori indizi che la potessero ricondurre a suo padre, ma la conversazione si era già spostata con l’intervento entusiastico di Suzy: “Quindi vedi quanto potenziale ancora da scoprire c’è qui, e perché dovresti assolutamente salire a bordo di questo progetto!”

La consigliera annuì nella sua maniera rigida. “Se avessi una possibilità di coinvolgimento nella restaurazione della parte orientale di Wilfordshire,” disse, “la accetterei di certo. Il B&B è solo l’inizio. Il sindaco Fletcher ha piani molto grossi per questa cittadina. Se lei si fa un nome in questa attività, sarà in cima ai contatti di tutti quando si tratterà di progetti futuri.”

Lacey si sentiva decisamente sempre più intrigata dall’offerta di lavoro. Non solo per l’enorme possibilità che le offriva di dare visibilità al proprio nome – guadagnando potenzialmente un discreto profitto occupandosene – ma anche per il modo in cui la faceva sentire connessa a Wilfordshire, e quindi a suo padre. Si chiese se anche lui avesse visto tutte le potenzialità di quella cittadina quando l’aveva visitata. Forse era per questo che era venuto qui: perché aveva visto una possibilità lavorativa in cui avrebbe voluto investire?

O perché voleva fuggire dal suo matrimonio e dalla sua famiglia e stabilirsi in un posto diverso e più adatto a lui, pensò Lacey.

“Ora sarà meglio che vada,” disse la consigliera Muir, facendo segno al suo accompagnatore. L’uomo scattò subito in azione. “Devo presenziare all’orario di ricevimento. La gente del posto è furiosa per la pedonalizzazione che è stata proposta per la strada principale. Onestamente si comportano come se avessi deliberato il riversamento di lava nelle strade dove lavorano.” Rivolse a Suzy un breve ma significativo cenno e se ne andò.

Non appena fu uscita, Suzy si voltò verso Lacey con sguardo felice, la cartellina contenente la sua licenza ora ben stretta in mano.

“Allora?” le chiese. “Cosa dici? Ci stai?”

“Posso avere un po’ di tempo per pensarci?”

“Certo,” disse Suzy ridacchiando. “Apriamo tra una settimana. Prenditi tutto il tempo che vuoi per decidere quello che preferisci.”

*

Lacey aprì la porta del suo negozio di antiquariato. Boudicca e Chester le vennero incontro festosi peer salutarla. Lei ricambiò accarezzando la testa a tutti e due.

“Sei tornata,” le disse Gina, sollevando gli occhi dalla rivista di giardinaggio che stava sfogliando. “Com’è andata con la bambina prodigio?”

“È stato interessante,” disse Lacey. Le si avvicinò e si sedette su uno sgabello al banco accanto a lei. “È un posto eccezionale, con un sacco di potenziale. E sembra che anche la consigliera lo pensi.”

Gina chiuse la sua rivista di giardinaggio. “La consigliera?”

“Sì, la consigliera Muir,” le spiegò Lacey. “È la zia di Suzy. Questa faccenda del B&B sembra essere parte del progetto del sindaco Fletcher di risanare la zona orientale di Wilfordshire. Non che sia colpa di Suzy in sé, ma la fa sembrare ancora più al di là delle sue capacità. Chissà com’è il suo reale piano industriale, o se è stato approvato solo grazie a sua zia.”

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